La ZPS non basta, per il Monte Ortobene manca il piano di riqualificazione, valorizzazione e rilancio
Come più volte detto, la questione Monte Ortobene è un problema che si trascina da tempo e che sembra destinata a durare ancora a lungo. Tuttə conosciamo le condizioni in cui versa il Monte, più che sufficienti a fotografare lo stato dell’arte del piano di riqualificazione, valorizzazione e rilancio economico più volte annunciato dalla giunta Soddu.
Un nulla di fatto, se non un lungo elenco di impegni disattesi e di opere incompiute (strutture ricettive, di ristoro e sportive chiuse o in abbandono, versanti franosi, discariche abusive, fognature, rete idrica, strade, sentieri, tralicci Radio-Televisivi, Ex Esit, etc.) oggetto di segnalazione da parte di tantə cittadinə, deə frequentatorə abituali del Monte, di famiglie, delle associazione (Salvaguardia Monte Orbene, Monte Ortobene ultima spiaggia) e deə consiglierə di opposizione.
Denunce e critiche rilanciate sulla stampa e sui social a seguito dell’approvazione in Consiglio comunale - lo scorso 1 settembre - del "Regolamento Zona di Protezione Speciale Monte Ortobene" e del "Piano della viabilità".
- Il primo finalizzato a «garantire una condizione ambientale, all’interno dell’area della ZPS, conforme agli obiettivi sanciti dalla Direttiva Uccelli e, nello specifico, assicurare la tutela dell’aquila reale (aquila chrysaetos) e dell’astore sardo (accipiter gentilis)», vietando o regolamentando all’interno della Zona 1 (area di nidificazione a tutela integrale - il 7% del territorio) diverse attività, quali bivacco, campeggio, sorvolo, attività sportive, presenza di gruppi organizzati, raccolta flora.
- E il secondo, «attraverso la progettazione di una viabilità sentieristica all’interno della ZPS, a garantire il rispetto delle prescrizioni emanate nel quadro normativo della ZPS e a sviluppare una rete ciclo-escursionistica sostenibile secondo la normativa vigente e gli standard di riferimento individuati con l’istituzione della RES».
Due delibere sostanzialmente indirizzate a salvaguardare il patrimonio faunistico, a regolamentare le attività all’interno della Zona 1, a sviluppare una rete ciclo-escursionistica sostenibile, approvate dal Consiglio con l’astensione di una parte dei gruppi di minoranza proprio per evidenziare la natura dei provvedimenti, utili per la tutela degli habitat naturali, ma che non soddisfano appieno e che necessitano di ricalibrature, correzioni, integrazione, come ampiamente emerso nel corso del dibattito.
Per tutte valga l’ipotesi di realizzare nelle strade principali, ovvero nella viabilità asfaltata interna alla ZPS, piste ciclabili, che non garantirebbero la pedalata in sicurezza ed esporrebbero ciclisti e automobilisti a numerosi rischi.
Detto ciò, è evidente che rimangono in piedi tutti i problemi più volte denunciati e come ben evidenziato nelle interrogazioni a suo tempo presentate (la prima il 20 agosto 2021, la seconda il 19 agosto 2022), a cui l’assessora Romagna risponde, concludendo «Le azioni svolte sono molteplici e complesse e ricadono in un disegno articolato e lungimirante sul Monte Ortobene che potrà essere apprezzato pienamente solo alla conclusione di tutti gli interventi, per i quali ci sono le risorse stanziate e si sta lavorando ai vari procedimenti».
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