Ci dispiace, ma le rassicurazioni del Dg del ASL di Nuoro non ci convincono

Il 21 luglio, a margine di una conferenza stampa, il dr. Paolo Cannas ha ricevuto la nostra consigliera Lisetta Bidoni (presente anche il consigliere Fabrizio Melis), confermando quanto già comunicato agli organi di stampa in merito alle misure assunte o programmate per garantire prestazioni sanitarie adeguate, precisando: «Gestisco le risorse che mi vengono date, il compito di fornirle è della politica».
In breve:
  1. Costituzione di una rete sanitaria regionale e la sottoscrizione di un Protocollo tra Aziende e Regione, al fine di garantire la presa in carico del paziente disponendone, qualora non fosse possibile al San Francesco, il ricovero in altre strutture dell'isola. Il protocollo consentirà di dare risposta ad eventuali disagi che potrebbero verificarsi da temporanee riduzioni dei ricoveri in alcuni reparti in relazione alla fruizione delle in ferie da parte degli operatori sanitari. Con la promessa «L’ospedale “San Francesco” di Nuoro continuerà a garantire i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza)».
  2. Accordo, in via di perfezionamento, con le organizzazioni sindacali per distribuire le Risorse Aggiuntive Regionali (RAR), al personale e ai dipendenti aziendali. Vale a dire un incentivo economico - incrementi stipendiali importanti - per chi sceglie di dare una mano alle strutture ospedaliere in maggiore sofferenza.
  3. Istituzione in via sperimentale di tre dipartimenti (chirurgico, medico, critico), che vedrà la messa in rete dei vari reparti in modo da gestire ed affrontare eventuali criticità che potrebbero presentarsi nei reparti in maggior sofferenza (iniziativa formalizzata con la delibera numero 325). Il Dipartimento si configura quale «modello ordinario di gestione operativa a livello aziendale, struttura sovraordinata e di coordinamento, di orientamento, di consulenza, di supervisione, di governo unitario dell’offerta e di gestione integrata delle risorse... L'aggregazione di compiti, processi e percorsi consente di razionalizzare le risorse, di realizzare economie di apprendimento o di esperienza, di scala e di gestione, e di migliorare la qualità delle prestazioni in coesione multi professionale, consentendo pertanto il massimo coordinamento di processi unitari o omogenei».
    Il dipartimento dell’Area Medica (che aggrega dermatologia, ematologia, geriatria, malattie infettive, medicina, oncologia, pneumologia, pediatria e neonatologia) sarà affidato al dr. Antonio Cualbu; il dipartimento dell’ Area Chirurgica (chirurgia generale, chirurgia vascolare, endoscopia, neurochirurgia, oculistica, odontostomatologia, ORL, ortopedia e traumatologia, urologia, ostetricia e ginecologia) sarà diretto dal dr. Antonio Onorato Succu; il Dipartimento Area Critica (anestesia e rianimazione, cardiologia e Utic, neurologia e stroke unit, pronto soccorso e OBI, radiologia d’urgenza) sarà coordinato dal dr. Peppino Paffi.
  4. Superamento della fase di precarietà nell’ambito dei primariati: bandito il concorso per direttore di Cardiologia-UTIC, in pubblicazione quello per direttore del Pronto Soccorso e, a seguire, quelli per Medicina e Geriatria. In autunno dovrebbe essere definito l’assetto dei primariati.
  5. Individuazione degli incarichi gestionali anche nel comparto (Posizioni Organizzative), con l'avvio della contrattazione con le organizzazioni sindacali.
  6. Adozione di piattaforme operative per la presa in carico dei pazienti fragili: Centro Accoglienza Servizi Oncologici, Pre-ospedalizzazione e Piattaforme ambulatoriali, «queste ultime necessarie per decongestionare i reparti ai piani del San Francesco».
Prendiamo atto delle dichiarazioni del dr. Cannas, ma riteniamo doveroso ricordare e sottolineare:
  • Il dr. Cannas ammette che per garantire il diritto alle ferie del personale si sono dovuti ridurre i ricoveri. Dunque, da un lato afferma che al San Francesco sono garantiti i LEA e dall'altro ammette che per garantire le prestazioni previste dai LEA (ad es., intervento chirurgico ortopedico per frattura di femore) è necessario il trasferimento del paziente in altri ospedali della regione dove evidentemente, le risorse, anche durante le ferie, sono sufficienti a farsi carico anche dei pazienti di Nuoro.
  • La soluzione ai gravi problemi che affliggono la sanità del centro Sardegna non può essere la distribuzione di risorse aggiuntive e di incrementi stipendiali importanti a chi sceglie di dare una mano nelle aree di maggiore sofferenza. Le delibere pubblicate nel sito della ASL raccontano di una infinità di prestazioni aggiuntive erogate dal personale che hanno consentito, sino ad ora, di mandare avanti le attività e di non chiudere l'ospedale. Pensiamo che più di quello il personale in organico non possa dare. Non ci tranquillizza neppure l'idea che un professionista, un chirurgo ad esempio, venga ad operare i pazienti di Nuoro dopo aver terminato il turno nel reparto di appartenenza.
  • I dipartimenti - di area chirurgica, medica e critica - al San Francesco sono stati abbondantemente sperimentati a partire da almeno venti anni e mai nessuno degli obiettivi per i quali sono nati è stato raggiunto. L'idea della sperimentazione dei dipartimenti ci sembra una alibi per giustificare la scelta di aggregare alcuni reparti e nei fatti chiuderne altri (nefrologia, ortopedia). 
  • È da tre anni che si annuncia la pubblicazione del bando per i concorsi dei primari. L'ultima volta lo ha fatto l'assessore Nieddu nell'incontro svoltosi in comune a Nuoro con le associazioni dei malati. Sembrava cosa fatta. Ricordiamo i primariati vacanti: cardiologia-UTIC, pronto soccorso, medicina, geriatria, radiologia, neurologia, ematologia, urologia, neurochirurgia, oculistica, dermatologia, anatomia patologica.
  • Relativamente alla presa in carico dei pazienti fragili, ci auguriamo che non si tratti solo del trasferimento logistico da un piano all'altro ma di una riorganizzazione sostanziale della attività ambulatoriale. Ci permettiamo di suggerire di non trascurare il fatto che la centralizzazione degli ambulatori in una piattaforma ha il vantaggio di decongestionare i reparti, ma richiede la disponibilità di maggiori risorse (medici, infermieri, OSS) e queste risorse i reparti non le hanno.
E infine, giusto per richiamare e denunciare, ricordiamo la situazione disastrosa della medicina territoriale, per la quale ad oggi non sono state date risposte credibili e a breve termine: carenza di medici di medicina generale, di pediatri di libera scelta, di guardie mediche.

Restano valide tutte le ragioni che ci hanno spinto a presentare due esposti alla Procura della Repubblica di Nuoro, perché vengano accertate le eventuali responsabilità di reato (per negligenza, colpa, imperizia o incompetenza) nei confronti dei soggetti che pur avendo specifiche e dirette competenze nella programmazione, gestione e amministrazione della sanità pubblica, non hanno ottemperato secondo legge nel rispetto dell’etica amministrativa e politica.

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