Sistema sanitario sardo al collasso: con due esposti alla Procura della Repubblica chiediamo che si accertino le responsabilità
Amaramente dobbiamo constatare che nonostante le nostre puntuali e tempestive denunce (già a partire dal nostro programma elettorale), che si sono concretizzate in raccolta firme, sit-in, interrogazioni, incontri-dibattito, inoltro di articolati documenti al sindaco della Città Nuoro, alla Conferenza socio sanitaria del nuorese, a consiglieri/e regionali, alla Commissione regionale sanità, al Prefetto di Nuoro, e nonostante le numerose manifestazioni promosse e organizzate di concerto con altre associazioni territoriali del centro Sardegna, la situazione del sistema sanitario non accenna a migliorare, anzi peggiora di ora in ora.
Tant’è che nelle ultime settimane nella stampa e nei social sono massicciamente presenti non solo associazioni, sindaci, pazienti per denunciare le disfunzioni e i disservizi della sanità sarda, ma anche parlamentari e consiglieri regionali.
Come si dice la misura è colma. E Progetto per Nuoro non sta a guardare o aspettare.
Pertanto, abbiamo deciso di compiere un ulteriore passo, già avviato il primo di giugno con un primo esposto e che oggi intendiamo rafforzare con un secondo esposto alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Nuoro, alla Procura Generale di Cagliari, alla Procura Generale di Roma per accertare eventuali responsabilità in ordine allo stato del sistema sanitario sardo e nuorese in particolare.
Siamo profondamente convinte e convinti che le responsabilità del mal funzionamento del sistema sanitario ospedaliero e territoriale, non più in grado di fornire l’assistenza di base come sancito dalla Costituzione e nel rispetto del diritto delle cittadine e dei cittadini a prestazioni sanitarie immediate ed efficaci, non possono essere astrattamente attribuite al SSN o alla politica.
Riteniamo che la Procura della Repubblica di Nuoro debba accertare eventuali responsabilità di reato (per negligenza, colpa, imperizia o incompetenza) nei confronti dei soggetti che pur avendo specifiche e dirette competenze nella programmazione, gestione e amministrazione della sanità pubblica, non hanno ottemperato secondo legge nel rispetto dell’etica amministrativa e politica.
Nel nostro nuovo esposto sono segnalate nuove e vecchie (ormai incancrenite) criticità, che stanno mettendo a rischio l’assistenza sanitaria nel territorio della Provincia di Nuoro e conseguentemente la garanzia della tutela della salute dei cittadini, anche limitatamente ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA):
- Carenza di personale sanitario (medici, infermieri ed OOSS): la assenza di programmazione negli anni ha fatto sì che manchi il numero minimo necessario per garantire la copertura dei turni h. 24 in tutti i reparti dell'ospedale.
- Il personale sanitario (medico in particolare) è sottoposto a pesanti turni di lavoro (oltre il limite consentito dalle regole contrattuali), per cui l’attività assistenziale viene svolta con grave rischio umano e professionale degli operatori da un lato (costretti a turni massacranti anche di 18 ore consecutive) e degli assistiti dall’altro (esposti ad un rischio d’errore clinico tanto più elevato quanto maggiore è lo stress dell’operatore). Chi pagherà per l’eventuale errore umano prevedibile in queste condizioni?
- L’impossibilità di avere in loco un’assistenza adeguata per il taglio/riconversione dei posti letto o la chiusura di interi reparti o attività, costringe al trasferimento dei pazienti (spesso anziani e fragili) verso altri ospedali dell'Isola, privandoli del conforto dei familiari in un momento di particolare debolezza quale quello legato alla malattia.
- Nel reparto di Ortopedia sono attualmente in servizio due medici e il direttore. Troppo pochi per garantire l’attività chirurgica, l’assistenza e la turnazione tant’è che la direzione del presidio ospedaliero ha disposto la sospensione dei ricoveri, indirizzando i nuovi utenti presso altri presidi ospedalieri del territorio regionale.
- L’accorpamento dei tre reparti di Nefrologia, Medicina e Geriatria, definito ipocritamente come gestione per intensità di cura e giustificato con la necessità di consentire al personale di usufruire delle ferie estive, ha avuto come unico risultato lo spostamento di pazienti con patologie differenti ed esigenze di cura differenti in un unico reparto, in cui il numero degli operatori è invariato, ma il carico di lavoro è triplicato (senza voler sospettare che esso sottenda ad un ulteriore ridimensionamento /chiusura di alcune specialità). Provvedimento duramente contestato dai pazienti nefropatici e trapiantati, che fanno un appello: «Imploriamo la direzione generale dell'ospedale San Francesco di tornare sui passi del buonsenso e di lasciare aperto il reparto, disposti a collaborare con i medici e a sopportare insieme eventuali disagi»; «I nefropatici non chiedono un angolino dove capita ma hanno bisogno del loro reparto». Nel contempo ringraziano e apprezzano serietà e spirito di abnegazione dei sanitari: «I quattro nefrologi del reparto si fanno in mille per coprire tutti i turni e le esigenze, disposti al sacrificio. Non vogliono essere eroi né santi ma professionisti veri che vogliono salvaguardare i loro numerosi pazienti da pesanti calvari e destabilizzazione anche psicologica».
- Stato di profonda sofferenza, con minacciata chiusura del Pronto Soccorso, la cui dotazione organica sarebbe insufficiente anche per un ospedale zonale, figuriamoci per il principale hub del Centro Sardegna. Situazione aggravata in quanto il PS si trova a dover sopperire non solo alla cronica carenza di posti letto nei reparti, ma anche alle carenze dell'assistenza territoriale. Infatti la carenza dei medici di medicina generale e l'assenza delle guardie mediche e delle guardie turistiche costringono i malati a cercare nel Pronto Soccorso la risposta ai bisogni di salute. Ma al pronto soccorso non ci sono medici a sufficienza e quelli in servizio sono costretti ad occuparsi di una marea variegata di pazienti, ad inquadrare correttamente i casi clinici. Come farlo, senza rischiare di commettere errori, secondo scienza e coscienza e secondo linee guida e protocolli quando anche in tutti i servizi dell'ospedale (Radiologia, Cardiologia) non riescono a dare le corrette risposte, nei tempi previsti? E che dire del fatto che spesso nel PS sono presenti esclusivamente medici specializzandi, che possono prendere in carico solo i codici bianchi e verdi? E chi, ci chiediamo, si deve occupare dei pazienti che arrivano in codice giallo o rosso?
- Sempre più spesso l’Osservazione breve intensiva (OBI) si trova nella condizione di dover trattenere, oltre il tempo strettamente necessario, i pazienti vista la difficoltà o l’impossibilità di inserirli nei reparti del Presidio.
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