Per un sistema sanitario pubblico efficace, efficiente e di qualità
Come richiesto da Progetto per Nuoro già nel mese di novembre, e poi di nuovo a dicembre, finalmente il 22 febbraio si è tenuto al Teatro Eliseo il Consiglio comunale aperto dedicato alla situazione dei servizi sanitari del nuorese.
Sono intervenuti rappresentanti delle associazioni del malati, responsabili dell'ATS, amministratori, consiglieri regionali e parlamentari sardi, l'assessore regionale della Sanità Mario Nieddu.
È stato un momento di confronto sui problemi - ormai cronici e ben noti - che caratterizzano i servizi sanitari del nostro territorio e, soprattutto, un'occasione per discutere di interventi mirati e soluzioni di medio-lungo termine, non solo necessari, ma ormai divenuti improcrastinabili.
Ci aspettiamo che i decisori politici e amministrativi intervenuti - e anche quelli non presenti ma che ben conoscono (o dovrebbero conoscere) la situazione allarmante dei nostri servizi sanitari - facciano tesoro delle tante proposte e sollecitazioni e intervengano immediatamente su una situazione che le cittadine e i cittadini del nuorese non possono più tollerare.
Di seguito riportiamo l'intervento della nostra consigliera, Lisetta Bidoni 👇
«Da tempo si susseguono sulla stampa, sui social e sulla TV denunce e proteste da parte di cittadini, di amministratori, di organizzazioni sindacali sulle carenze e sulle disfunzioni del servizio sanitario territoriale, a lungo rimaste inascoltate o sottovalutate dai vertici politici e dell’ATS.
Abbiamo assistito ad eclatanti iniziative di denuncia, come:
- le manifestazioni organizzate dall’Associazione Vivere a Colori il 7 ottobre e il 18 novembre, nel cortile del San Francesco;
- il sit-in dei sindaci del nuorese, il 15 di novembre 2020, sempre nel piazzale del San Francesco;
- le campagne di raccolta firme in difesa della sanità pubblica promosse da Progetto per Nuoro e da Vivere a Colori;
- la consegna al prefetto di Nuoro, il 2 febbraio 2021, di 4.000 firme e di un documento sullo stato dei servizi sanitari elaborato da Progetto per Nuoro.
Abbiamo ancora tutti presenti le interminabili file di ambulanze parcheggiate davanti al pronto soccorso dell’Ospedale San Francesco, le decine e decine di visite specialistiche sospese o rinviate a date da destinarsi, le decine e decine di pazienti indirizzati verso i presidi sanitari di Cagliari e Sassari o verso le strutture private.
Una situazione drammatica, denunciata dalla sottoscritta nel Consiglio comunale del 25 novembre e formalizzata il 18 dicembre con la richiesta di un Consiglio Comunale straordinario appositamente dedicato. Così come fatto anche dalla consigliera del PD, Natascia Demurtas.
Oggi, 22 febbraio, finalmente la questione è approdata in Consiglio. Un CC aperto ai sindaci del distretto, alle rappresentanze delle associazioni dei malati, ai parlamentari e ai consiglieri regionali del territorio nuorese, all’assessore regionale alla sanità e ai vertici dell’ATS.
Un momento di confronto importante, che mi auguro anche produttivo
I gruppi consiliari di minoranza, dell'area di sinistra (Bidoni-Demurtas-Guccini-Prevosto), per dare segno e senso di pragmatismo e concretezza, si presentano con un documento unitario, messo a punto dalla Commissione salute di Progetto per Nuoro con il contributo determinante di associazioni di malati e di operatori sanitari e sociali, nel quale sono indicati non soluzioni tampone, a breve o medio termine, ma interventi seri, concreti e strutturali, funzionali alla tutela e alla difesa di un sistema sanitario pubblico efficiente, efficace e di qualità.
Un documento che radica nei principi costituzionali fondativi della sanità pubblica e che noi vogliamo richiamare e ricordare.
PREAMBOLO
I principi fondamentali su cui si basa il Servizio Sanitario Nazionale sono: Universalità, Uguaglianza, Equità.
Vale a dire pari opportunità di accesso alle cure a prescindere dalle condizioni economiche e sociali. E per noi i principi fondamentali del SSN sono irrinunciabili.
Riteniamo che le scelte di politica sanitaria fatte negli ultimi anni non abbiano garantito tali principi, ma piuttosto si siano ispirate esclusivamente a criteri di carattere economico finanziario (regolazione e risparmio della spesa pubblica).
La Pandemia ha reso evidente e messo a nudo in modo drammatico lo stato della sanità pubblica.
La sanità pubblica sta morendo e per evitarlo non sono sufficienti piccoli ritocchi.
È necessario e urgente cambiare completamente visione, procedere alla ristrutturazione del Sistema Sanitario Nazionale avendo come obiettivo il diritto alla salute dei cittadini, ponendo al centro la persona, mettendo in campo gli investimenti economici necessari, investendo in formazione, in tecnologie e nel reclutamento di risorse professionali
La ristrutturazione del sistema sanitario è possibile se si sapranno cogliere le opportunità offerte dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza, che prevede lo stanziamento di 19,7 miliardi di € per la sanità, di cui 7,5 miliardi per potenziare il territorio, e di 400 milioni del React EU per rispondere all'impatto dei cambiamenti ambientali e climatici sulla salute.
I 7,5 miliardi destinati al territorio sono da utilizzare per il potenziamento e la ristrutturazione dell’assistenza di prossimità, la telemedicina, il fascicolo sanitario, l’innovazione tecnologica, l’adeguamento infrastrutturale, la digitalizzazione e la ricerca.
Il Piano prevede
· l’istituzione, a livello nazionale, di 2.500 presidi socio sanitari( case di comunità),
· il rafforzamento dell’assistenza domiciliare integrata (ADI),
· l'istituzione di Ospedali di comunità a degenza breve.
TUTELA DELLA SALUTE
L'erogazione e la tutela del diritto alla salute individuale e collettiva avvengono:
a) nel territorio come luogo dove le malattie vengono intercettate, previste e prevenute,
b) in ospedale come luogo di cura a media ed alta specializzazione.
Il territorio è il luogo dove le malattie vengono intercettate, previste e prevenute attraverso una accurata conoscenza della popolazione, delle caratteristiche del territorio, delle attività lavorative
è il luogo dove affrontare le problematiche legate all'invecchiamento, alla cronicità, alla disabilità, alla non autosufficienza e al fine vita.
Pertanto, occorre una nuova e più articolata organizzazione del personale sanitario e del modello assistenziale territoriale, tenendo in debito conto le differenti esigenze fra piccoli e grandi comuni, le caratteristiche territoriali e demografiche ( viabilità, orografia, indice invecchiamento, spopolamento, dimensioni dei comuni), incentivando forme di aggregazione fra medici di medicina generale (M.M.G.) e Pediatri di libera scelta (P.L.S), eliminando il lavoro in solitudine e favorendo il confronto e la collaborazione fra gli operatori.
Si devono cioè costituire dei Team di cure multidisciplinari per la presa in carico unitaria del paziente-cittadino.
Lavorando per obbiettivi di salute e assicurando una assistenza capillare e un monitoraggio continuo dello stato di salute dei cittadini, si mette al centro del percorso assistenziale la persona, si restituisce qualità e dignità al lavoro dei sanitari, si restituisce sicurezza e dignità al paziente/utente/cittadino malato. La telemedicina, la digitalizzazione, il fascicolo sanitario elettronico sono strumenti che da soli non sono sufficienti a rendere la medicina del territorio efficace
Per riformare realmente la Medicina del territorio sono necessarie almeno otto condizioni:
- rivedere gli ambiti territoriali
- aumentare i posti nella scuola di specializzazione in medicina generale e implementare la formazione pratica nel territorio durante gli anni di corso
- mettere rapidamente in rete i medici che operano nel territorio con il Cup, gli specialisti ambulatoriali e le farmacie.
- implementare e applicare i Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) per l'integrazione ospedale-territorio
- implementare il fascicolo Sanitario elettronico
- riaprire le assunzioni per la medicina dei servizi e aumentare le ore di specialità ambulatoriali
- rimodulare i Dipartimenti di prevenzione che devono raccordarsi con gli altri servizi territoriali e rafforzare gli organici.
- incrementare l’Applicazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) ( la Sardegna è fra le regioni che non hanno raggiunto gli standard previsti per la prevenzione e la medicina del territorio).
L’ Ospedale come luogo di cura a media ed alta specializzazione.
L’ ospedale San Francesco è stato sino a dieci anni fa un presidio ospedaliero capace di dare risposte di qualità e di alta specializzazione ai cittadini, i quali trovavano a Nuoro tutte le risposte alle esigenze di salute, senza doversi spostare verso altri presidi sanitari dell’isola o della penisola.
Negli ultimi anni l’ATS ha concentrato l’offerta sanitaria nei due poli di Cagliari e Sassari, trascurando le zone interne della Sardegna e depotenziando in maniera significativa l’offerta sanitaria dell’Ospedale San Francesco, peggiorata ulteriormente dal blocco delle assunzioni, che si è protratto per circa tre anni, per cui la dotazione organica dell’ospedale, già esigua, si è notevolmente ridotta anche per effetto dei trasferimenti ad altre sedi e dei pensionamenti.
Il San Francesco deve tornare ad essere una eccellenza sanitaria, deve tornare ad essere competitivo rispetto ai due poli storici di Cagliari e Sassari. Deve essere un punto di riferimento certo per tutta la Sardegna Centrale, polo di cura a media ed alta specializzazione.
Gli interventi urgenti e necessari per la ripresa dell’attività del San Francesco sono tanti, noi ne proponiamo sei che a nostro parere non possono essere ulteriormente rinviabili:
- immediato adeguamento della dotazione organica di tutte le Unita’ Operative (mancano 130 medici e 25 primari su 29 ed oltre 200 tra infermieri, OSS e altro personale ausiliario) attraverso selezioni a tempo determinato per la durata di almeno un anno, in attesa dell’espletamento dei concorsi pubblici per il tempo indeterminato.
- urgente assegnazione di personale medico alle unità operative di angiografia interventistica endoscopia digestiva, dove sono state sospese le reperibilità notturne e festive per assenza di personale
- riconoscimento formale dei responsabili facenti funzioni di direttore attraverso selezioni per titoli, in attesa dell’espletamento dei concorsi pubblici
- certezza che accanto alla attività chirurgica robotica e alla scuola di robotica sia garantita ai pazienti anche la chirurgia tradizionale o in laparoscopia. (Non vorremmo che per gli interventi che non prevedono l’uso del robot i pazienti debbano spostarsi verso altri presidi pubblici o nel privato come di fatto sta già avvenendo).
- ripresa dei lavori di adeguamento strutturale e tecnologico del San Francesco
- riconoscimento dell’Ospedale San Francesco DEA di II Livello in quanto, di fatto, HUB per il territorio della Sardegna centrale per Geriatria, Nefrologia, Oncologia, la Radioterapia, la Chirurgia Vascolare, l’ Ematologia e Trapianto di Midollo, la Breast Unit, la Stroke Unit di II livello, l’Angiografia Interventistica, la TIN (Terapia intensiva neonatale) e la Neuropsichiatria Infantile. Tutte queste Unità Operative devono essere ripristinate e potenziate perché hanno dimostrato negli anni di essere indispensabili per le risposte di diagnosi e cura agli abitanti della Sardegna centrale, attraendo, quando dotate delle giuste risorse umane e strumentali, pazienti anche da altri territori.
CRITICITÀ ED EMERGENZE SUI CUI È NECESSARIO INTERVENIRE CON URGENZA SENZA ULTERIORI RINVII:
- Ripresa immediata dello screening per i tumori della mammella, collo dell’utero e colon.
- Apertura dell’ambulatorio per il controllo dei pazienti trapiantati di fegato.
Particolare attenzione deve essere riservata ai pazienti trapiantati di fegato, costretti ad affrontare lunghi, faticosi ed onerosi viaggi verso Cagliari nonostante da tempo sia stato previsto l’apertura a Nuoro di uno specifico ambulatorio per i controlli periodici ( operazione tra l’altro sarebbe a costo zero in quanto si tratta di trasferire un carico di lavoro dal centro di Cagliari a quello di Nuoro). È assolutamente necessario il rispetto degli impegni assunti a suo tempo. - Realizzazione di strutture per riabilitazione residenziale, assistenza pazienti cronici e non autosufficienti.
Altrettanta attenzione deve essere riservata alle strutture per la riabilitazione residenziale, per l’ assistenza dei pazienti cronici e non autosufficienti. Negli ultimi anni, anche in conseguenza dell’invecchiamento della popolazione, è cresciuto in modo esponenziale il numero di pazienti che necessitano di trattamenti riabilitativi e/o di Assistenza continua qualificata ( esiti invalidanti neurologici, ecc) La città di Nuoro non ha strutture per lungodegenza, in alcuni Comuni del distretto sono presenti strutture di vario tipo riservate agli anziani (comunità alloggio, comunità protette), strutture dove i pazienti vengono inseriti in base alla autonomia conservata. Se si esclude la RSA di Macomer ( appena 30 posti) di recente apertura, mancano totalmente strutture socio/assistenziali e strutture per lungodegenza a forte valenza sanitaria, pertanto i pazienti vengono inviate in strutture fuori provincia.
L’inserimento del paziente nella RSA ( pubblica o privata o convenzionata per un periodo più o meno lungo sulla base di valutazione dell’unità di valutazione territoriale - U.V.T.) ha la sua collocazione nel percorso di cura e assistenza, tra l’ospedale il domicilio.
È necessario pensare:
· alla creazione di una vera e propria RSA cittadina, magari dentro l’ Ospedale Zonchello, situato al centro di Nuoro, dotato di un parco urbano, facilmente raggiungibile.
· alla attivazione di una Struttura di Riabilitazione residenziale intensiva ed estensiva all’interno dell’Ospedale Zonchello. - Apertura del centro per l'autismo di Marreri.
Attivare le procedure necessarie perché il Centro per l'Autismo di Marreri, pronto da anni e costato un milione di euro alla Regione e 370 mila alla Provincia e pronta da oltre anni, ottenga le certificazioni (accreditamento regionale e convenzione con ASL) necessarie per l'apertura ed il funzionamento. - Assunzione di medici di base.
Provvedere all’assunzione di medici di base per i Comuni che ne sono privi con contratti a tempo indeterminato, Suggeriamo di verificare la possibilità di coprire alcune sedi vacanti con i medici di continuità assistenziale, aprire le graduatorie per la medicina generale e pensare alla possibilità di accesso alle graduatorie di medici con specialità equipollenti, prevedendo anche forme di incentivazione per località svantaggiate. - Accelerazione della campagna vaccinale.
Circa il 40% della popolazione sarda ha un’età superiore ai 60 anni , pertanto è a maggior rischio di contrarre la malattia da covid19 e varianti e ammalarsi in forma grave. E’ necessario dunque accelerare la campagna vaccinale. - Potenziamento dei servizi per pazienti con fragilità psichiatrica.
Predisporre strutture e percorsi di riabilitazione socio-sanitari del Paziente fragile psichiatrico, con una presa in carico che coinvolga personale sanitario, sociosanitario e familiare, potenziando le pochissime strutture esistenti e studiando ulteriori modelli di gestione integrata.
Per la psicoriabilitazione non residenziale dei soggetti affetti da disturbo mentale, la regione Sardegna dovrebbe provvedere a stabilizzare e strutturare dei finanziamenti ad hoc in modo da poter attivare con continuità di interventi di sostegno alle autonomie abitative, alla socialità, alla formazione e all’inserimento lavorativo».
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