Relazione sullo stato dei servizi sanitari del nuorese
Relazione sullo stato dei servizi sanitari nella provincia di Nuoro e nel capoluogo, elaborata dal gruppo "Progetto per Nuoro" con il contributo determinante degli operatori sanitari che operano all’interno dell’Ospedale San Francesco e nel territorio e delle testimonianze dei cittadini.
«L’ospedale San Francesco è stato sino a dieci anni fa un presidio ospedaliero capace di dare risposte di qualità e alta specializzazione ai cittadini alla pari degli ospedali di Cagliari e Sassari. I cittadini trovavano a Nuoro tutte le risposte alle esigenze di salute, senza doversi spostare verso altri presidi sanitari dell’isola o della penisola. A Nuoro erano operativi e attrattivi, per pazienti di altri territori, la chirurgia vascolare, la neurochirurgia, l’urologia e la chirurgia robotica, la cardiologia emodinamica ed elettrofisiologia, l’ematologia e trapianto di midollo, la radioterapia, la Breast Unit, la Stroke Unit. Questa capacità diagnostico-terapeutica aveva anche consentito di sopperire alle carenza causate dal ridimensionamento dei piccoli ospedali, in seguito al riordino della rete ospedaliera.
Anche l’assistenza territoriale, organizzata attraverso i distretti socio-sanitari, in questi ultimi anni era migliorata sia sotto il profilo della integrazione e progettazione dei servizi (PLUS, PUA, UVT) sia sotto l’aspetto sanitario, attraverso lo sviluppo della assistenza domiciliare integrata (ADI).
Erano stati istituiti gli ambulatori specialistici per le patologie cronico-degenerative ed autoimmuni, molto diffuse nel nostro territorio, evitando così gli spostamenti verso i centri di Cagliari e Sassari e consentendo l’applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici condivisi con i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta.
L’ultima riforma sanitaria della nostra regione si è concentrata prevalentemente sul riordino della rete ospedaliera, trascurando la medicina territoriale. Questo ha comportato un ridimensionamento dei piccoli ospedali secondo i dettami del decreto ministeriale n. 70/2015, con la riduzione di posti letto e quindi delle dotazioni organiche e senza aver predisposto e rafforzato i servizi territoriali, sotto l’aspetto organizzativo e della capacità diagnostico-terapeutica.
Nel territorio, oltre i medici di medicina generale, i medici di continuità assistenziale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali, hanno grande importanza i servizi di medicina preventiva, anche questi via via depotenziati.
La capacità, per esempio, di erogare vaccinazioni in maniera molto capillare ha evitato l’insorgenza di epidemie e fino a qualche anno fa, ha consentito alla ASSL di Nuoro di raggiungere le migliori coperture vaccinali di tutta la Sardegna e ben al di sopra della media nazionale.
La situazione che si è venuta a creare nella nostra Provincia, per quanto riguarda il comparto della sanità pubblica, a seguito della improvvida riforma regionale dei dipartimenti di prevenzione, con deleterio accorpamento dei Servizi di igiene e sanità pubblica, ha depotenziato e reso caotiche le attività a causa della riduzione del personale dedicato, contravvenendo inoltre a un preciso indirizzo della OMS che vede nella prevenzione il miglior modo per tutelare la salute pubblica e per ridurre i costi sanitari. Si spiega così, per esempio durante l’attuale pandemia, il fallimento delle attività di indagine epidemiologica che, se fossero state svolte in maniera corretta e puntuale, avrebbero potuto contribuire in modo importante a ridurre la circolazione virale con un tracciamento adeguato dei contatti.
Il potenziamento dei dipartimenti di prevenzione diventa dunque prerequisito di sistema. Se i presidi di sanità pubblica non verranno rafforzati, se si continuerà a non capire che l’ospedale è la seconda linea, il sistema sanitario è destinato a entrare in seria crisi con conseguenze ancor più gravi per tutti. Ed è altrettanto importante rilanciare e costruire una rete che coinvolga i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta accanto ai servizi di sanità pubblica.
L’ATS (Azienda per la Tutela della Salute) che aveva il compito di rafforzare la funzione di committenza, gestione e appropriatezza delle prestazioni si è rivelata fallimentare in quanto, la centralizzazione decisionale ha polarizzato l’offerta sanitaria nei due poli di Cagliari e Sassari, trascurando le zone interne della Sardegna e depotenziando in maniera significativa l’offerta sanitaria dell’Ospedale San Francesco, peggiorata ulteriormente dal blocco delle assunzioni che si è protratto per circa tre anni per cui, la dotazione organica dell’ospedale, già esigua, si è notevolmente ridotta per effetto dei trasferimenti ad altre sedi e dei pensionamenti.
Tra l’altro i cittadini della provincia di Nuoro, a differenza di quelli residenti a Cagliari e Sassari, che possono contare su un’offerta sanitaria varia ospedaliera, universitaria e privata accreditata, possono disporre esclusivamente di una assistenza sanitaria pubblica, per cui il depotenziamento dell’ospedale e del territorio ha determinato di fatto, la perdita di una copertura sanitaria adeguata.
A ciò si aggiunge la particolare situazione orografica e le difficoltà di collegamento viario, associati a una dispersione della popolazione in un territorio vasto e con basso indice di densità abitativa, che rende possibile definire il nuorese come “zona disagiata”, per la quale proprio il decreto Balduzzi prevede particolari deroghe.
L’emergenza sanitaria in atto ha reso evidente, aggravato e fatto esplodere una situazione critica e già al limite del collasso, a lungo sottovalutata dai decisori politici e sanitari che non hanno voluto o saputo analizzare correttamente la situazione e trovare le soluzioni organizzative necessarie e idonee a salvaguardare la sanità pubblica nuorese e tutelare il presidio ospedaliero più importante del centro Sardegna.
E se la prima ondata della pandemia, pur avendo colto tutti impreparati, è stata ben fronteggiata grazie soprattutto alla grande professionalità degli operatori e alla predisposizione di percorsi specifici per i pazienti Covid, la seconda ondata ha travolto quel minimo organizzativo che era stato creato, per effetto soprattutto di scelte incomprensibili della direzione ATS, quali lo smantellamento del reparto Covid, che era stato dotato anche di posti letto di Terapia Intensiva, con il trasferimento inopportuno e intempestivo negli stessi locali, peraltro ben distinti dal corpo dell’ospedale, del reparto di pediatria; la creazione di un primo e poi di un secondo reparto degenze Covid al decimo e all’undicesimo piano della torre dell’ospedale, senza poter garantire adeguati percorsi in sicurezza dei pazienti e degli operatori proprio per le caratteristiche strutturale del San Francesco; la mancata creazione di un pronto soccorso dedicato, distinto dall’accesso delle altre urgenze sanitarie; l’assenza di chiarezza sul numero di contagi e sul numero di decessi (per settimane tutti abbiamo avuto contezza di cittadini deceduti per covid ma le statistiche della regione Sardegna non riportavano alcun decesso nella nostra provincia, nonostante fosse stato tempestivamente nominato un commissario Covid ad acta, proprio a Nuoro).
Da non trascurare poi il ridimensionamento di reparti importanti quali la Geriatria, la Medicina, l’Oncologia (quest’ultima trasferita al terzo piano, con riduzione del 40% delle postazioni per l’infusione di farmaci antitumorali) e il progressivo depauperamento degli organici che ha portato al malfunzionamento di tutti i reparti e alla chiusura recente dei reparti di Chirurgia e Nefrologia.
Nel mese di ottobre è stato installato un Ospedale da campo della Croce Rossa, con grande dispendio di risorse pubbliche, anche per l’assunzione di personale medico ad hoc, lautamente retribuito, che ha operato per pochi giorni e che sarebbe stato più opportuno destinare al supporto di reparti esausti, ospedale che ben presto ha evidenziato problemi strutturali che non ne hanno consentito il funzionamento.
Ad oggi le criticità del sistema sanitario nuorese possono essere cosi riassunte:
- chiusura di reparti importanti quali Nefrologia e Chirurgia (a fronte dell’acquisto di uno strumento costosissimo per la chirurgia robotica e la prevista istituzione di una scuola di Chirurgia robotica a Nuoro);
- depotenziamento dell’Oncologia;
- riduzione delle attività (ricoveri e prestazioni ambulatoriali) in tutti i reparti ma segnatamente nei reparti di Medicina e Geriatria con trasferimento di pazienti anziani e fragili in strutture periferiche, lontane dai loro familiari;
- riduzione e/o sospensione della specialistica ambulatoriale in tutti i distretti;
- l’angiografia interventistica, servizio indispensabile per il trattamento delle patologie tempo-dipendenti quali l’ictus, ma indispensabile anche per altre patologie non differibili, non funziona nelle ore notturne e nel fine settimana, per carenza di personale, a fronte dell’inspiegabile acquisto di un nuovo angiografo nel mese di agosto;
- sospensione del servizio di parto-analgesia;
- sospensione della reperibilità notturna della endoscopia digestiva dove vengono effettuati in urgenza interventi salvavita (emorragie gastriche);
- riduzione dei servizi di diagnostica di base radiologica e di laboratorio;
- annullamento e/o rinvio a data da destinarsi delle visite dei pazienti affetti da patologie croniche, regolarmente seguiti presso gli ambulatori specialistici ospedalieri;
- annullamento e/o rinvio a data da destinarsi delle attività di screening;
- fuga di specialisti di alto livello e competenza verso altre sedi più appetibili sul piano organizzativo e meno ”stressanti” sul piano professionale;
- difficoltà nell’offrire la copertura vaccinale a tutto il personale sanitario per lo scarso quantitativo di vaccini destinato a Nuoro. A tutt’oggi, non sono chiari i criteri di ripartizione delle quote di vaccino nei diversi ospedali Covid e non Covid;
- operatori del 118, volontari e dipendenti, sottoposti a turni di lavoro massacranti e poco rispettosi dei diritti dei lavoratori;
- concorsi, selezioni e assunzioni bloccati a fronte di una grave carenza di personale: nel solo ospedale San Francesco mancano 130 medici e 25 primari su 29 ed oltre 200 tra infermieri, OSS e altro personale ausiliario;
- grave carenza e ritardi nella presa in carico dei pazienti positivi al Covid, isolati a domicilio;
- carenza dell’assistenza domiciliare che grava interamente sulle famiglie e difficoltà e/o impossibilità all’inserimento in strutture come le comunità protette per i pazienti che necessitano di assistenza infermieristica o le comunità alloggio per i pazienti parzialmente autosufficienti;
- difficoltà di inserimento nelle RSA dei pazienti non autosufficienti con patologie gravi, patologie con ventilazione meccanica, RSA che peraltro vanno ricercate a distanza da Nuoro (Milis, Padru, Tortolì, Sassari, Monastir) perché la città da sempre ne è sprovvista, nonostante le promesse di una sua realizzazione;
- assenza a Nuoro di un Centro di Riabilitazione Residenziale, peraltro lungamente annunciato e invio dei pazienti bisognosi di neuroriabilitazione nei Centri convenzionati, spesso strapieni, come Oristano e Padru;
- assenza di un ambulatorio per il controllo dei pazienti trapiantati di fegato e necessità di affrontare lunghi, faticosi ed onerosi viaggi verso Cagliari da parte di pazienti fragili;
- depotenziamento o chiusura di Centri di Dialisi territoriale ( vedi centro di Dorgali chiuso con spostamento dei pazienti dializzati a Siniscola).
Riteniamo che per garantire la salute e una assistenza sanitaria pubblica di qualità sia necessario un piano organico di interventi in grado di superare disfunzioni e criticità che preveda in sintesi:
- Riorganizzazione e potenziamento della sanità Nuorese a tutti i livelli, territoriale e ospedaliera;
- Rafforzamento dell’assistenza nel territorio con particolare attenzione ai servizi di prevenzione, in modo da ridurre il ricorso alle cure ospedaliere. L'emergenza, che purtroppo continuerà ancora, richiede interventi urgenti, concordati con tutti gli attori del percorso assistenziale in uno sforzo di concertazione e coinvolgimento per dare riposte adeguate alla situazione pandemica, anche in chiave preventiva per il futuro;
- Potenziamento dell’Ospedale San Francesco con completamento della dotazione organica e rafforzamento di tutte le attività peculiari e specifiche che hanno reso il San Francesco nel corso degli anni, di fatto, un polo ospedaliero di II livello e il punto di riferimento per tutta la Sardegna centrale.
Il nostro appello per la difesa della sanità pubblica e per un’assistenza sanitaria dignitosa e rispettosa dei diritti della persona, è stato sollecitato da comuni cittadini, dalle associazioni dei malati, dagli operatori sanitari e sottoscritto in soli 9 giorni da oltre 3.903 (2.431 di Nuoro e 1.472 dei comuni viciniori) cittadini, dando voce al diffuso stato di malessere e di disagio che attraversa tutto il territorio nuorese, denunciato negli anni dai sindacati e da numerosi sindaci che hanno lanciato più volte l'allarme, rimasto inascoltato, per la grave situazione sanitaria in Provincia di Nuoro.
Abbiamo il fondato timore e la seria preoccupazione che il processo di depotenziamento del polo sanitario nuorese sia una scelta politica orientata a favorire la sanità privata e il rafforzamento dei poli di Sassari e Cagliari, privando il nostro territorio di un servizio importante ed essenziale e contribuendo di fatto all’impoverimento e al progressivo spopolamento delle zone interne.
"Progetto per Nuoro", a nome dei cittadini, chiede alla S.V. di farsi portavoce del malessere presso le Autorità competenti perché il territorio nuorese sia servito da una rete sanitaria territoriale efficiente e l'ospedale San Francesco torni ad essere una eccellenza nel panorama sanitario sardo e nazionale, attrattivo nel campo della ricerca, della diagnostica, della prevenzione e della cura, come è stato sino a pochi anni fa».
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