La preoccupante bozza di Codice di comportamenti dell'ASL di Nuoro
Sorprende che i vertici dell’ASL 3 nel momento in cui dichiarano e sembrano aprirsi al territorio, alle associazioni e ai comitati, che da tempo segnalano/denunciano disfunzioni, criticità e carenze, si preoccupino di proporre un Codice di comportamento con il quale si obbliga il personale a “non fornire dichiarazioni pubbliche, se non su esplicito e diretto incarico della direzione aziendale, su materie riguardanti la vita e l’organizzazione dell’azienda”.
Come abbiamo potuto leggere nel sito web dell’ASL 3, si propone a consultazione una bozza di Codice di comportamento aziendale “al fine di ottenere osservazioni e proposte da parte degli stakeholders/portatori di interessi diffusi” con invito “a cittadini, a tutte le associazioni o altre forme di organizzazioni portatrici di interessi collettivi, alle organizzazioni di categoria e organizzazioni sindacali operanti nel territorio dell’ASL n.3 di Nuoro, a presentare contributi ed osservazioni che l’Azienda valuterà ai fini dell’approvazione definitiva del Codice sopra citato”.
Un documento che racchiude alcuni passaggi che non convincono, lasciando intravvedere una sorta di avvertimento/censura preventiva nei confronti del personale, con esplicito richiamo al rischio “di risoluzione o decadenza”.
Non ci convincono in particolare l’obbligo (art. 6, c. 1) “il dipendente comunica tempestivamente [...] al dirigente gerarchicamente superiore per le valutazioni di competenza, la propria adesione o appartenenza ad associazioni od organizzazioni, anche senza fini di lucro [...] i cui ambiti di interessi possano interferire con lo svolgimento dell’attività della struttura di appartenenza”, il divieto (art. 16, c. 5) “il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'Azienda e da commenti inappropriati e non veritieri su aspetti organizzativi di carattere interno. Il dipendente ordinariamente [...] non fornisce dichiarazioni pubbliche, se non su esplicito e diretto incarico della Direzione Aziendale, su materie riguardanti la vita e l’organizzazione dell’Azienda”, la sottolineatura (art. 16, c. 10) “i rapporti con i mezzi di informazione, sugli argomenti istituzionali, sono tenui dal Direttore Generale e dai soggetti espressamente incaricati dall’Azienda (es. Ufficio Stampa)”, che devono garantire (art. 16, c. 11) “una corretta informazione nel rispetto del diritto di manifestazione del pensiero di ciascun dipendente”.
Premesso che, per quanto di nostra conoscenza, il personale non ha mai reso e non ha interesse a rendere “dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'Azienda” o “commenti inappropriati e non veritieri su aspetti organizzativi di carattere interno”, sarebbe più appropriato ascoltare e raccogliere le segnalazioni degli operatori, che vivono i problemi e si impegnano quotidianamente per migliorare la qualità dei servizi e delle prestazioni, e non affidare ad un non meglio precisato soggetto la potestà di valutare e decidere se eventuali dichiarazioni siano da inquadrare nella categoria del vero o dell’offensivo.
Invitiamo gli ordini professionali e le organizzazione sindacali a vigilare e ad intervenire con determinazione nella definizione di un Codice etico, rispettoso e garante dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, che più di altri hanno a cuore una sistema sanitario efficace ed efficiente.
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