Manifestazione per una sanità pubblica, accessibile, equa, di qualità. Nuoro, 14 ottobre
La nuova manovra economico-finanziaria ha previsto una riduzione di ben due miliardi di euro per il Fondo Sanitario Nazionale. Fatto che, ancora una volta per volontà dei decisori politici, mette a rischio il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e i suoi principi ispiratori, aggravando un sistema già attanagliato da criticità e di carenze, da tempo oggetto delle denunce da parte di Progetto per Nuoro. Ne richiamiamo alcune:
- Il numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina e alle scuole di specializzazioni (che necessita di una attenta programmazione per i prossimi anni).
- Le condizioni di lavoro di medici e infermieri e la sistematica violazione delle direttive europee sull' orario di lavoro, iniziata con la pandemia, stanno determinando l’auto licenziamento del personale strutturato.
- Il ricorso alle prestazioni a gettone e alle prestazioni aggiuntive, pur evitando la chiusura di servizi, incrementa la spesa peggiorando la qualità delle prestazione.
- L'abbandono del SSN da parte del personale e la fuga verso il privato con il depauperamento di competenze del servizio pubblico deve trovare delle soluzioni che non sono solo di tipo economico.
- Le innumerevoli carenze dei servizi nei territori da risolvere con una nuova e grande riforma del SSN e non con soluzioni tampone, le quali, anziché risolvere i problemi, li peggiorano. Ad esempio, le case della comunità non sono altro che poliambulatori ai quali è stata sostituita la targa; gli ospedali di comunità non hanno aggiunto niente, ma sostituito posti letto per acuti negli ospedali già esistenti; il sovraccarico di lavoro nei Pronti Soccorso chiamati a dare risposte che dovrebbero essere date dai Medici di medicina generale (MMG) e dalle case della comunità; un diverso rapporto di lavoro tra i MMG e Pediatri i di libera scelta (PLS) con il SSN nell'interesse dei pazienti. E ancora il sistema dell' emergenza urgenza, i servizi e le strutture per la cura, la riabilitazione e il reinserimento delle persone con patologie psichiatriche da risolvere portando le cure il più vicino possibile ai luoghi di vita delle persone, e non con la pratica di costringere i pazienti a raggiungere i luoghi/servizi dove si danno le risposte (da Nuoro si va ad Iglesias per una colonscopia e da Iglesias si viene a Nuoro per una visita oculistica); l’allungamento delle liste d’attesa che ha determinato l’aumento delle spese sanitarie privata (nella misura di circa due mila euro annue pro capite), la migrazione sanitaria intra ed extraregionale, la crescita del numero di persone che rinuncia alle cure (dati Istat, Corte dei Conti, GIMBE).
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