Il "Network Family in Italia" e la politica dei due forni della Giunta Soddu
Ieri 14 settembre, in sordina, si è consumata una delle tante pagine opache e contraddittorie della Giunta Soddu. All’Isre si è tenuta la terza edizione della “Convention regionale Network Family in Italia Sardegna 2023”. Network promosso dalla Provincia autonoma di Trento - cui il comune di Nuoro ha aderito con delibera del 19 marzo 2021 - e che vede tra i soci fondatori l'Associazione nazionale famiglie numerose, un'associazione che nei suoi documenti fondativi (Statuto e Carta dei vari) dichiara espressamente «l’eterosessualità, il matrimonio e la fecondità valori fondanti della famiglia», definisce i genitori «coppia eterosessuale unita da vincolo di matrimonio civile e/o religioso», riconosce componenti della famiglia «i figli legittimi, naturali adottivi e regolarmente registrati sullo stato di famiglia».
Non può passare sotto silenzio l’ambiguità di una maggioranza che, da una parte, si fa promotrice della difesa dei diritti di genere, registra le unioni civili, attiva sportelli di ascolto LGBTQ, apre alla registrazione dei figli nati da coppie omogenitoriali e, dall’altra, abbraccia e fa rete con realtà che discriminano le identità di genere, le coppie omosessuali, le coppie di fatto, le unioni civili e le famiglie LGBTQ. Come appunto l'Associazione nazionale famiglie numerose.
Riteniamo grave e inopportuna l’adesione della città di Nuoro al Network. Non è sostenibile eticamente e politicamente la teoria dei “due forni”, non sono accettabili comportamenti ambigui, che trasmettono messaggi contraddittori in materia di diritti umani e sociali.
Ribadiamo ancora una volta con forza il nostro deciso impegno nella difesa dei diritti delle persone, delle coppie, delle famiglie senza distinzione di genere e di orientamento sessuale, a salvaguarda del diritto all’autodeterminazione della sfera affettiva e familiare. Invitiamo il Sindaco e la sua maggioranza ad una maggiore prudenza e coerenza etico-politica, ricordando che i principi base della Costituzione italiana («Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali») non sono negoziabili.
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