"Zona economica speciale della Sardegna": che fine hanno fatto le zone interne e le loro aree industriali?

L'istituzione della “Zona Economica Speciale della Sardegna” con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 10/12/2021 (a seguito della delibera n° 57/17 del 21/11/2018 della Giunta Regionale Pigliaru e successivamente della delibera n° 23/16 del 22/06/21 emessa dalla Giunta Solinas), che comprende le aree portuali di Cagliari, Portovesme, Arbatax, Olbia, Porto Torres, Alghero e Oristano e le aree industriali di riferimento - Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari (CACIP); Consorzio Industriale Provinciale Nord Est Sardegna - Gallura (CIPNESGALLURA); Consorzio Industriale Provinciale Oristanese (CIPOR); Consorzio Industriale Provinciale Sassari (CIPSS); Consorzio Industriale Provinciale Carbonia-Iglesias (SICIP); Consorzio Industriale Provinciale Ogliastra -, è sicuramente un fatto di grande rilevanza per l’Isola.

Le aziende ricomprese nelle aree interessate godranno di importanti benefici fiscali e semplificazioni amministrative, che favoriranno lo sviluppo sia delle imprese già insediate sia di quelle che si insedieranno. 
Le imprese potranno usufruire di vari finanziamenti :
  • fino a 15.000,00 Euro per Bonus assunzionale, voucher per servizi, interventi micro imprese per l’introduzione di macchinari innovativi;
  • da 15.000,00 a 150.000,00 Euro per Investimenti produttivi, servizi reali, formazione, aiuti specifici per Costituzione nuove imprese (ad esempio: auto imprenditorialità, piani internazionalizzazione);
  • da 200.000,00 a 800.000,00 Euro per Investimenti produttivi, servizi reali, formazione, aiuti specifici per Progetti di sviluppo locale integrati;
  • da 1.5000.000,00 a 5.000.000,00 Euro per Investimenti produttivi, servizi reali, formazione, aiuti specifici, sviluppo sperimentale per Progetti integrati;
  • da 5.000.000,00 a 20.000.000,00 Euro per Investimenti produttivi, servizi reali, formazione, aiuti specifici, innovazione anche con il coinvolgimento di organismi di ricerca per Approccio negoziale integrato;
  • fino a 5.000.000,00 di Euro per Innovazione - Studi di fattibilità, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, collaborazione con organismi di ricerca per Giovani ricercatori, cluster, distretti, grandi imprese.
La "Zona Economica Speciale della Sardegna", frutto di una analisi economica e del processo di concertazione svolto nel territorio, «è stata concepita – fermi restando i requisiti di legge – come una rete portuale distribuita sul perimetro costiero, che trova motivazione: a) nel carattere di insularità che conforma la disposizione regionale della portualità; b) nelle ridotte dimensioni della demografia d’impresa e del tessuto produttivo e insediativo regionale, che potrà e dovrà essere interamente “interfacciato” con l’economia di scambi attivabile con la ZES costiera; c) nella rete parallela, in via di costituzione, di zone franche doganali intercluse, previste dalla norma nazionale (D.Lgs. 75/1998, art. 1) lungo il perimetro costiero, la quale ricomprenderà i porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax (cui potranno aggiungersi "altri porti e aree industriali a essi funzionalmente collegate o collegabili")» (dal Piano di sviluppo strategico).

Come detto, un fatto importante e di notevole rilevanza, ma che ci porta naturalmente a formulare una serie di interrogativi.

Ma le zone interne della Sardegna? Le aree industriali ivi presenti? Le attività di produzione industriale, mineraria e dell’agro industria? Le aree che più hanno pagato con la deindustrializzazione, lo spopolamento, la rarefazione o la scomparsa dei servizi? 
Che cosa ha impedito l’inserimento nel Piano di sviluppo strategico ZES Sardegna delle aree industriali di Nuoro, Ottana/Bolotana, Macomer, Siniscola, il Distretto del Marmo di Orosei, le miniere di Orani, ecc.?
Vi sono le condizioni per l’inserimento delle zone interne come prospettato nel Piano di sviluppo strategico «cui potranno aggiungersi altri porti e aree industriali a essi funzionalmente collegate o collegabili»? Quanto ha pesato la mancanza di una adeguata rete ferroviaria? Che cosa intendono fare e proporre, nel breve e medio termine, coloro che rappresentano la Sardegna in Consiglio regionale e nel Parlamento italiano ?

Progetto per Nuoro non può che interrogarsi e interrogare, sollecitando le forze politiche, le parti sociali, gli enti locali e tutti i soggetti interessati del territorio a far partire rapidamente una vertenza “Zone Interne” per il riscatto economico, sociale, culturale delle aree più emarginate e dimenticate dell’isola. 
Saremo in prima fila per sostenere le battaglie necessarie perché vengano adottate misure di agevolazioni ed esenzioni fiscali che favoriscano la crescita economica delle zone interne della Sardegna.

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