Testimonzos: la soluzione urbanistica al problema è nel PUC del 2015, la Giunta Soddu non può pensare di ricominciare daccapo.

Testimonzos non è un luogo astratto, ma una vasta area di 535 ettari nella parte Sud-Ovest della città (chiamata impropriamente "Testimonzos", ma che in realtà comprende anche le località "Murichessa", "Chiroleo", "Corte", "Gavotele", "Dorbidileo", "Sa Toba" e "S'ena e su lumu", "Todottana", "Predas Arbas", "Su Berrinau"), dove, a partire dagli anni '80, con atti successivi (tollerati-accettati-autorizzati) si è registrata un’intensa attività urbanistico-edilizia e di libero mercato (lottizzazioni, frazionamenti, compravendite, trascrizioni nei pubblici registri, edificazioni, condoni e sanatorie edilizie, ecc.) tesa a trasformare forzatamente un territorio con vocazione agraria in aree edificabili, al di fuori di qualsiasi logica di pianificazione e di regole normative che rendesse legittima tale trasformazione. Con il risultato di un patrimonio immobiliare (censimento 2015) pari a 367 fabbricati, di cui 55 adibiti a residenza principale, molte seconde case e numerosi locali deposito.

È stato un fenomeno incontrollato, figlio dell’incuria, della superficialità e della connivenza, generato e autoalimentato nel silenzio di chi aveva l’onere di vigilare e controllare; un fenomeno che ha prodotto uno sconquasso che perdura da 40 anni e che si è riverberato negativamente su tutta la città, ma soprattutto su tutte quelle famiglie che hanno trovato in Testimonzos la riposta alla domanda abitativa e di aree a basso costo che il mercato corrente non era in grado di garantire.
La vicenda “Testimonzos” è un esempio di pessima amministrazione che ha segnato con un tratto nero la politica nuorese e i comportamenti irresponsabili di tutti coloro che l’hanno sostenuta. Ma sono passati tanti anni e ormai non avrebbe alcun senso puntare il dito su responsabili e responsabilità. 
È il momento di trovare soluzioni, cioè la parte più difficile di questa annosa e complessa vicenda.

Il Consiglio Comunale del 25 agosto - con all’ordine del giorno "Presa d’atto acquisizione di diritto al patrimonio disponibile del Comune di Nuoro e dichiarazione esistenza/inesistenza prevalenti interessi pubblici per la conservazione delle costruzioni abusive oggetto di Ordinanza n. 184 del 29/09/2006, n. 191 del 18/11/2009, n. 151 del 10/12/2020, n. 76 del 26/04/2021 e n. 116 del 29/06/2021" - è stato chiamato ad assumere una decisione tra due possibili, con effetti molto diversi sulla sorte delle costruzioni abusive in questione: 1) raderle al suolo; 2) conservarle per finalità pubbliche.
La prima scelta - la demolizione- a nostro parere in questo momento storico appare insensata e inutile, in quanto non avrebbe rilevanza né sotto il profilo punitivo (la punizione si è consolidata con il trasferimento alla proprietà pubblica, dunque con la sottrazione del bene all’originario proprietario autore dell’abuso) né sotto il profilo funzionale e utilitaristico (i manufatti sparirebbero come spazi utilizzabili e rigenerabili), viceversa avrebbe rilevanza negativa sotto il profilo economico per gli alti costi di ripristino dello stato dei luoghi, e sotto il profilo ambientale perché la quantità di macerie da smaltire sarebbe pari almeno al doppio del volume realizzato.
Pertanto, dal nostro punti di vista, riteniamo che la conservazione di questi edifici sia la scelta più logica e lineare.

Premesso questo, è bene sottolineare che i contenuti delle delibere oggetto della discussione riguardano solo ed esclusivamente il destino degli edifici in argomento, niente di più e assolutamente niente di straordinario e di nuovo per ciò che riguarda la soluzione del problema Testimonzos. 
Si tratta semplicemente di una presa d’atto, la naturale conclusione di un percorso già tracciato e stabilito da tempo, arrivato a conclusione con colpevole ritardo e solo perché l’attuale giunta si è ritrovata il fiato sul collo della Procura della Repubblica. 
Ricordiamo che, come noto già da due anni, i beni citati nelle Delibere, a seguito delle sentenze passate in giudicato, sono di fatto diventati di proprietà del Comune di Nuoro, obbligatoriamente chiamato a provvedere alla loro demolizione o a dichiararne la pubblica utilità e la conseguente conservazione.

Lascia basiti il tentativo della giunta Soddu di spacciare questa deliberazione, che avrebbe dovuto portare all’attenzione del Consiglio molto prima di oggi, come un evento storico e rivoluzionario, espressione di straordinario impegno della Giunta per portare a soluzione l’annosa questione di Testimonzos.
Spacciare questa deliberazione come un evento storico equivale a vendere un falso: autocelebrarsi raccontando un prima, caratterizzato dalla colpevole inerzia degli altri, e un poi, fatto di "capitani coraggiosi" che con serietà si assumono le responsabilità di decidere e di governare anche i processi più complessi, è una rappresentazione teatrale che sta tra la parodia, l’avanspettacolo e il dramma. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

La verità è un’altra: il problema Testimonzos sotto il profilo urbanistico è stato risolto ben prima dell’avvento dell’amministrazione Soddu.
Un percorso lungo e complesso, avviato nel 2006 dalla giunta Zidda e dall’allora assessore all'urbanistica Paolo Cottu, portato a termine, in una sana logica di continuità amministrativa dalla Giunta Bianchi, in stretta collaborazione con l’allora Assessore regionale all’urbanistica Cristiano Erriu e tra gli uffici della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Nuoro (nello specifico dalla dirigente Tiziana Mossone e dal Segretario generale Salvatore Bissiri), con l’approvazione del PUC da parte delle Regione Sardegna, che ne certificava la correttezza e la coerenza, e la pubblicazione nel Buras.
Nel marzo del 2015 entra in vigore il nuovo Piano Urbanistico Comunale della città di Nuoro, che all’articolo 43 (“Ambito di intervento coordinato IC”) definisce obiettivi e iter procedurale per il recupero e la riqualificazione ambientale ed edilizia dell’area.
Il PUC, che ha di fatto ricondotto tutto il comparto all’interno di un quadro normativo di legittimità, superando il pregiudizio di insanabilità di un territorio compromesso e riportando l’intera area dentro parametri di legalità, prevede la riqualificazione del comparto mediante un intervento di pianificazione attuativo (vale a dire la realizzazione di uno più piani attuativi, condizione necessaria affinché ogni lottista possa regolarizzare la propria situazione soggettiva), con oneri, operativi ed economici, a carico di un Consorzio regolarmente costituito, la cui piena operatività sarebbe stata possibile solo con l’adesione del 75% dell’imponibile catastale delle proprietà fondiarie. 
Le norme di attuazione del Piano Urbanistico Comunale indicano anche il termine massimo, 5 anni, entro il quale il consorzio avrebbe dovuto attuare il piano di riqualificazione, decorsi i quali il Comune si sarebbe dovuto sostituire al consorzio e procedere con un piano d’ufficio

Cosa sia accaduto esattamente dal 2015 ad oggi non è dato sapere.
A noi risulta che gli incontri tra la prima Giunta Soddu, insediatosi nel giugno del 2015, e il Consorzio, regolarmente costituitosi nell’agosto sempre del 2015, non hanno portato a nulla. Parrebbe, come ci dicono in molti, che la Giunta non abbia mai dato risposte concrete alle richieste del Consorzio né messo a disposizione le professionalità tecniche di cui dispone, necessarie per gestire una situazione enormemente complessa.
Unico dato certo il consorzio Sa Cuncordia, primo passo verso la soluzione Testimonzos, non è decollato in quanto non è riuscito a raggiungere la quota prevista per legge del 75%, che gli avrebbe consentito la piena operatività.
Le ragioni sono tante, la più importante è presumibilmente il grande impegno economico richiesto ai proprietari, mediamente intorno ai 40 mila euro per ogni lottista. Le norme di attuazione del PUC hanno ipotizzato un importo di circa 20 milioni di euro per la realizzazione delle opere di urbanizzazione che aggiornati ai prezzi attuali con la rivalutazione e gli aumenti degli ultimi anni, potrebbero diventare 25 milioni a cui va aggiunto il costo delle aree per standard, cioè le aree destinate ai servizi per la collettività, che i lottisti di Testimonzos devono cedere gratuitamente al Comune. In sostanza si tratta di un’operazione che vale a occhio e croce circa 30 milioni di euro ad essere ottimisti, con un costo medio per ogni lottista che si aggira intorno ai 40 mila euro. Si tratta, di una cifra considerevole, non alla portata di tutti, che le leggi vigenti pongono a carico dei lottisti e su cui l’Amministrazione comunale, anche nell’ipotesi in cui avesse la disponibilità, non potrebbe comunque intervenire.
Una seconda ragione è da imputare ai ritardi e alle inadempienze dell’amministrazione comunale. La Giunta Soddu non si è preoccupata minimamente delle sorti di Testimonzos e del Consorzio “Sa Cuncordia”, tant’è che si è ben guardata dall’attuare qualsiasi forma di aiuto al consorzio e tanto meno dal procedere a un piano d'ufficio, come previsto nell’art. 43 delle Norme Tecniche di Attuazione del PUC che recita testualmente: «In caso di inerzia da parte dei privati, oltre il quinto anno dopo l’approvazione del PUC, il piano attuativo può essere predisposto su iniziativa comunale ai sensi e con le modalità previste dall’art. 28 della L. 1150/1942. Prima di redigere il piano attuativo il Sindaco su parere della Giunta inviterà i proprietari attraverso un avviso pubblico a presentare il piano entro un termine massimo di sei mesi, trascorsi i quali inutilmente si procederà ad un piano d’ufficio».

Oggi, dopo sette anni di inerzia, la giunta Soddu propone la revisione del PUC, l’istituzione di un apposito Gruppo di Lavoro, il Censimento degli immobili, l’intervento coordinato, la stesura e l’approvazione del Piano urbanistico attuativo, le interlocuzioni con gli Assessorati della RAS necessarie per la ricalibrazione del PUC, l’acquisizione al Comune delle aree e degli immobili, la predisposizione ed emanazione di Bandi pubblici calibrati sulle diverse situazioni urbanistiche e giuridiche (non meno di 12) in modo da consentire ai lottizzanti assegnatari di rientrare in possesso dei loro beni.
A nostro parere un ricominciare da capo, con il rischio di non riuscire a concludere tale modifiche nei termini del proprio mandato per via dei tempi tecnici necessari, e a maggior ragione se si dovesse concretizzare l’ipotesi del trasferimento del sindaco Soddu al Parlamento Europeo, lo scioglimento anticipato dell’assemblea e nuove elezioni nella primavera 2023, una ottima giustificazione per la naturale conseguente inerzia.

Se questa Giunta vuole veramente affrontare il problema con la volontà di giungere a una conclusione positiva, deve spiegare quali sono gli elementi di revisione del PUC che agevolerebbero la soluzione del problema Testimonzos, riferire nel dettaglio come intende procedere e con quali tempistiche, stilare un cronoprogramma di azioni fattibili indispensabili a raggiungere l’obiettivo, di cui si possa certificare l’esito, aggiornando periodicamente il Consiglio dei risultati ottenuti ed, eventualmente, accogliendo suggerimenti e proposte che possano risultare utili ad agevolarne il percorso, considerato che tutte le componenti politiche presenti in aula hanno l’interesse e il dovere di lavorare per il bene della città.
E infine esplorare la possibilità di accesso a qualche forma di finanziamento volto alla riqualificazione ambientale che possa attagliarsi alla situazione in esame. Ovviamente i fondi europei sono la fonte a cui si pensa come ipotesi possibile, senza però escludere altre forme e misura di finanziamento, in tutto o in parte a fondo perduto, destinate per l’appunto alla riqualificazione di aree vaste degradate (in passato c’è stato).

Ma soprattutto, questa maggioranza deve mettere da parte proclami e annunci da campagna elettorale, e allora ci troverà e troverà tutte le forze politiche convintamente a fianco per affrontare assieme un problema serio e di portata ampia, la cui soluzione, o anche un buon inizio di soluzione, farebbe onore non solo alla Giunta Soddu ma a tutto il Consiglio Comunale.
Diversamente, continueremo, tramite la nostra consigliera Lisetta Bidoni, ad assolvere al mandato elettorale ricevuto, esercitando con determinazione e in totale libertà, il diritto di critica, di denuncia e la funzione di controllo politico-amministrativo.

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