Un Regolamento condiviso che garantisca il funzionamento democratico del Consiglio comunale. È chiedere troppo?

La proposta di un nuovo Regolamento di funzionamento del Consiglio comunale, portata dal Presidente Cocco all’attenzione della Conferenza dei capigruppo con carattere di urgenza, senza curarsi di coinvolgere i gruppi consiliari in fase di analisi, riflessione ed elaborazione, solleva diverse perplessità e dà adito a notevoli congetture.
La proposta, sostanzialmente orientata ad introdurre come pratica ordinaria la modalità videoconferenza per lo svolgimento dei consigli comunali e a ridurre i tempi di intervento delle consigliere, di consigliere/i e capigruppo, risponde semplicemente, come ben evidenziato dalla nostra consigliera Lisetta Bidoni, ad una duplice esigenza della maggioranza Soddu, da un parte, garantire il numero legale e la tenuta della maggioranza sempre più in fibrillazione e, dall’altra, togliere ai gruppi di opposizione le opportunità di tempi e spazi offerti dal vigente Regolamento per intervenire, dissentire, argomentare, proporre e far sentire la propria voce.

Una proposta discutibile e inaccettabile sia nel merito sia nel metodo, che rifiutiamo e che intendiamo contrastare con tutti i mezzi possibili.
Non possiamo accettare che vengano proposte, senza il fattivo coinvolgimento di tutti i gruppi consiliari, importanti modifiche al Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale, il massimo organo rappresentativo della comunità locale, del corpo elettorale e delle forze politiche del territorio, l’organo per eccellenza di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell’operato della maggioranza.
Non possiamo accettare l’introduzione di meccanismi e tecnicismi che vanno ad esclusivo vantaggio della maggioranza e che sottraggono alle opposizioni gli strumenti necessari per l’esercizio del mandato ricevuto dal corpo elettorale.
Non possiamo accettare che il Consiglio Comunale si trasformi in sede di ratifica di deliberazioni assunte fuori dall’aula e/o in seno ad altri organi.
Rivendichiamo il diritto di esercitare in Consiglio comunale, in tempi consoni e adeguati, il potere di proposta, di denuncia e di protesta

In questa direzione vanno 15 dei 16 emendamenti (1 integrativo, 4 soppressivi, 10 modificativi) proposti dalla nostra consigliera Lisetta Bidoni, concretamente orientati a salvaguardare i diritti dei gruppi di opposizione, di tutti e tutte le consigliere, a difendere gli strumenti per poter correttamente e adeguatamente espletare il mandato ricevuto dal corpo elettorale.
Nella seduta fiume del consiglio comunale di ieri non sono state messe in atto pratiche ostruzionistiche, come la maggioranza vuol far credere, ma un dissenso democratico espresso da tutti i gruppi di opposizione con proposte ragionevoli, fondate e accoglibili.
Ci auguriamo che la maggioranza, nel proseguo della seduta di consiglio comunale, che si terrà domani, sappia cogliere le opportunità offerte da Progetto per Nuoro e da tutti i gruppi di opposizione per approvare un Regolamento condiviso, che garantisca il funzionamento democratico dell’Assemblea nel rispetto delle rappresentanze di tutta la comunità locale.

Per ultimo, vogliamo richiamare l’attenzione sull’emendamento di correzione di forma presentato dalla consigliera Lisetta Bidoni che propone la riformulazione dell’intero Regolamento adottando un linguaggio inclusivo, rispettoso dei generi.
Ancora una volta, pur in presenza di una ampia rappresentanza femminile (10 consigliere su 24, 4 assessore su 7), il Regolamento è stato rigorosamente declinato al maschile, operando una inaudita e inaccettabile discriminazione di genere, espressione di una cultura patriarcale, maschilista e sessista, ancora fortemente diffusa e radicata.
Ricordando che il linguaggio è politica, la consigliera Bidoni ha portato alla riflessione dell’Assemblea un documento ufficiale che utilizza la forza e la potenza della parola per restituire visibilità ed esistenza alle identità negate: donne e persone LGBTQI+.
E dunque, No al maschile sovraesteso, No al binarismo linguistico, Sì al linguaggio inclusivo, che si caratterizza per l’uso di soli due caratteri lo schwa breve per il singolare (ǝ) e lo schwa lunga per il plurale (3) e un sistema di regole di scrittura complessivamente già strutturato, che consentono di superare le limitazioni della nostra lingua caratterizzata per genere maschile.
Auspichiamo che la maggioranza sappia cogliere lo spirito e l’orizzonte della proposta in difesa dei diritti civili e umani che Progetto per Nuoro con Lisetta Bidoni sta conducendo di concerto con il Coordinamento Intersezionale Sardegna, fuori e dentro il Palazzo, e avvii le procedure e i percorsi necessari perché la città di Nuoro sia sempre più inclusiva, a cominciare dalla lingua.

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