Emergenza abitativa: tardive e insufficienti le risposte della Giunta Soddu. Servono interventi immediati.

L’emergenza abitativa a Nuoro è una questione di vecchia data alla quale gli amministratori tra il 2000 ed il 2015 hanno cercato di dare risposte con l’acquisizione di alloggi privati, che nel breve termine ha rappresentato una boccata di ossigeno, e con la previsione di piani di recupero e risanamento edilizio di cui negli ultimi anni si sono perse le tracce.

Il 18 novembre del 2020 la città ha assistito al dramma (l’ennesimo) di una coppia di giovani genitori, con una bimba di appena due mesi, costretta ad occupare l’ex casa del custode della scuola dell’infanzia di Furreddu, situata tra via Aosta e viale Costituzione. Il sindaco Andrea Soddu, in quell’occasione, ha dichiarato: «Si tratta di una problematica che resta ai primi posti dell’agenda politica della nostra amministrazione [...]. Il disagio abitativo dei nostri concittadini in difficoltà va risolto subito e con la massima urgenza».
Una bella dichiarazione, di forte contenuto sociale, vera, ma paradossale se pronunciata da chi governa la città da oltre cinque anni senza dare risposta all’emergenza abitativa e alla domanda di oltre trecento famiglie da anni in graduatoria per un alloggio popolare

Quindici mesi dopo, il 19 maggio 2021, il dramma si è riproposto, ma in forma ancora più grave. Ufficiale Giudiziario, funzionari di AREA e forze dell’ordine si sono recati presso il domicilio di una donna, con disabilità certificata al 75%, madre di due minori, per rendere esecutiva una procedura di sfratto avviata da AREA per morosità e occupazione abusiva.
Dall’Amministrazione Comunale, da chi governa la città senza soluzione di continuità dal 2015, sono arrivate ancora dichiarazioni di vicinanza e l’impegno di un censimento sulla situazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP)

Solo il 19 luglio 2021, la Giunta Soddu si è pronunciata formalmente rispondendo alle sollecitazioni e all’interrogazione sull’emergenza abitativa presentata dalla nostra consigliera Lisetta Bidoni. 
L’assessora Fausta Moroni ha riferito in aula sullo stato dell’edilizia residenziale pubblica a Nuoro fornendo dati statistici, per altro già abbondantemente noti, che certificano una situazione di carenza abitativa, di degrado edilizio e di grave allarme sociale.

La situazione ad oggi è la seguente:
  • il patrimonio di edilizia residenziale pubblica è costituito da 888 alloggi di AREA (di cui 16 occupati senza titolo, 7 da ristrutturare e 3 liberi) e da 221 alloggi del Comune (di cui 44 assegnati per emergenza abitativa, 41 occupati senza titolo). Complessivamente 1.109 alloggi, di cui solo tre liberi e disponibili;
  • la graduatoria degli aventi diritto all’assegnazione di un alloggio ERP comprende 319 nuclei familiari, la graduatoria per l’emergenza abitativa ne comprende 54; mentre 65 nuclei occupano abusivamente alloggi AREA o comunali (comprese le ex case dei custodi delle scuole);
  • sono in dirittura di arrivo non meno di 6 provvedimenti di sfratto esecutivo.
Una situazione di grave allarme sociale, pronta a esplodere, di cui non si intravvede soluzione a breve termine in quanto gli interventi indicati dall’Amministrazione comunale sono a media e lunga scadenza:
  • la costruzione di 40 alloggi in Via Paoli e 16 in località “Su Pinu”, per un totale di 56 alloggi a cura di AREA;
  • la costruzione di 16 alloggi in Via Pertini e la riqualificazione degli edifici Monte Gurtei e Su Pinu a cura del Comune di Nuoro;
  • l’acquisto di unità abitative da privati, la sottoscrizione di accordi per affitti calmierati con i privati e con il SUNIA (Sindacato Unitario Nazionale Inquilina e Assegnatari).
Sono più che evidenti le sottovalutazioni del problema da parte delle giunte presiedute dal sindaco Soddu, ma soprattutto i ritardi e l’insufficienza di programmazione e l’incapacità di recuperare il patrimonio edilizio esistente e a disposizione.
Per tutti vale l’esempio dell’edifico di Viale del lavoro di proprietà della Camera di commercio. La maggioranza, anziché autorizzare il cambiamento di destinazione d’uso per la realizzazione della sede del Distretto culturale nuorese, avrebbe potuto acquisire l’edificio e destinarlo ad alloggi di ERP, cosi come previsto dall’articolo 46 della Legge n. 388/2000 (e come già avvenuto per altri immobili e stabilito con Delibere del C.C. n. 45 del 16/10/2001, n. 24 del 14/03/2003 e Delibera di Giunta Comunale n. 183 del 08/08/2003) e nel rispetto dell’accordo sottoscritto dal sindaco Atzeni nel lontano 1956, quando il Comune trasferì la proprietà dell’area in questione alla Camera di Commercio di Nuoro «con l’obbligo di essere destinata esclusivamente per la costruzione di un palazzo per alloggi per i dipendenti della Camera di Commercio di Nuoro».
Sarebbe stato un segnale di attenzione e una prima e importante riposta alla città e alle oltre trecento famiglie da anni in attesa di un alloggio popolare.

Commenti