Documento sullo stato della sanità nuorese
Una morte lenta, annunciata e inesorabile.
La chiusura del reparto di Chirurgia del San Francesco di Nuoro per carenza di chirurghi, anestesisti e personale infermieristico non è un fulmine a ciel sereno, ma il naturale risultato di una politica regionale sanitaria da diversi anni orientata a ridimensionare la sanità pubblica a favore di quella privata. Una morte annunciata. Già nel 2019 era stata convocata una riunione urgente in Assessorato per porre rimedio al rischio di chiusura delle UU.OO. di chirurgia, neurochirurgia, chirurgia vascolare, ortopedia e urologia presso l’ospedale San Francesco di Nuoro.
Niente è stato fatto. L’intento del ridimensionamento della sanità pubblica a favore di quella privata è stato portato avanti e reso ancora più evidente negli ultimi mesi:
a) da Nuoro i pazienti sono costretti ad andare al Mater Olbia, che ha smesso velocemente di ricoverare i pazienti con infezione da Covid per curare tutti gli altri, ai quali, con l’alibi del Covid, è stata negata l'assistenza presso le strutture pubbliche;
b) in Città sono sotto gli occhi di tutti le file di pazienti presso le strutture private in attesa di eseguire indagini strumentali (forse in queste non c’è il rischio di contrarre l’infezione?);
c) cresce il numero di persone decedute per neoplasia dopo pochi mesi dalla diagnosi, il più delle volte diagnosi tardive perché non è stato più eseguito lo screening per neoplasie della mammella, del colon e della cervice uterina.
La verità è che al San Francesco, l’unico ospedale e anche Covid del territorio, non ci sono più le condizioni per curare i malati sia nell'area chirurgica sia nell'area medica. Non regge l'alibi che non ci sono specialisti perché, se li trovano le strutture private, li possono trovare anche le aziende pubbliche.
L’attuale drammatica situazione deriva dall’incapacità di programmazione. Basti pensare:
- che l’allora Direttore Generale dell’ATS, Dr. Moirano, dopo ben quattro anni di ricognizione, ha utilizzato per il calcolo del fabbisogno delle dotazioni organiche da assegnare ad ogni singola Unità Operativa parametri adeguati per le Regioni nelle quali le malattie croniche sono curate nel territorio, dove le cure domiciliari funzionano benissimo e ai presidi ospedalieri arrivano davvero solo i pazienti con malattie acute;
- che l’attuale amministrazione non ha ancora provveduto a coprire i vuoti di organico derivati da pensionamenti o interruzioni di rapporto con nuove assunzioni.
In tutta la Sardegna, e nel nuorese in particolare, viene denunciato l’insostenibile peggioramento dei servizi ospedalieri e territoriali, a cui si può porre rimedio con una mobilitazione dei sindaci a tutela della salute dei propri cittadini.
Il sindaco di Nuoro deve riappropriarsi del ruolo di capofila dell’intero territorio nuorese facendosi promotore della mobilitazione.
È urgente aprire una vertenza con l’Amministrazione regionale per garantire ai cittadini delle zone interne un servizio sanitario degno di questo nome con:
- il potenziamento dell’offerta dei servizi ospedalieri e territoriali,
- il potenziamento del Servizio delle Cure Domiciliari,
- il potenziamento delle dotazioni strumentali negli ambulatori dei distretti,
- l’abbattimento delle liste d’attesa,
- il potenziamento dei Servizi di Igiene e Medicina Preventiva ad orientamento Sanità Pubblica,
- la riattivazione, potenziamento degli screening oncologici,
- l'apertura di un ambulatorio per i controlli dei pazienti trapiantati come da mesi invocato dalla diverse associazioni,
- l'attivazione rapida dei concorsi per l'assunzione di personale a tutti livelli.
Lisetta Bidoni
Operatrici e operatori sanitari con Lisetta Bidoni Sindaca
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